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al testo di Alberto Castrini
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A volte il sottotitolo chiarisce meglio del titolo. É il caso di “Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica “ del 1932. Il libro una delle migliori biografie della regina di Francia e una delle più riuscite di Zweig. I comportamenti di Maria Antonietta nei suoi primi anni in Francia mietono le antipatie dei francesi e credo dei lettori. Inizia con lo sfuggire da una vita sentimentale inesistente, forse anche per ignorare questo marito che la lascia vergine per otto anni. Si inanellano giornate piene di nulla. Un vuoto spirituale agghiacciante, una fatuità irresponsabile. Contatto col mondo vero: nulla! Non bastano le continue lettere di ammonimento della madre Maria Teresa e le paterne esortazioni dell'ambasciatore austriaco Mercy. Ma poi, con l'avvicinarsi della bufera, la regina diventa persona altra. Supera l'ignavia di Luigi XVI, prende finalmente coscienza della situazione ma ormai è tardi! Non basta nemmeno la presenza dell'amato conte Von Fersen. Anche il racconto cambia ritmo: approfondisce ulteriormente l'analisi psicologica e acquista una tensione da thriller che ti aggancia sino all'ultima pagina. Una biografia spietata, una magnifica pagina di storia, narrata dal conterraneo Stefan Zweig, che, senza indulgere a commiserazioni, segue la piccola Maria Antonia sposa in Francia a 14 anni fino alla salita al patibolo 23 anni dopo.
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